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8/12/2017
I dati che abilitano le Smart City

Cosa ci aspetta da una Smart City? Che sappia risolvere i problemi dei cittadini, semplificare la complessità, offrire un’elevata qualità della vita utilizzando bene le risorse disponibili. Risorse che vanno intese in senso naturale (il suolo, l’energia, l’acqua), economico, ma anche in termini di competenze e informazioni

Proprio i dati sono uno degli elementi chiave, perché spesso viene sottovalutato il valore contenuto nelle informazioni generate dall’enorme quantità di dispositivi che troviamo in città, dai lampioni stradali ai posti auto, dai cassonetti dei rifiuti ai mezzi pubblici. Questi oggetti, se collegati in rete e trasformati in dispositivi smart, possono trasmettere i dati relativi al loro funzionamento e consentire analisi e correlazioni avanzate per una migliore gestione dei servizi urbani.  

Intervenendo all’Innovation Day di  EIT Digital, Francesca Bria, Chief Technology and Digital Innovation Officer della città di Barcellona, ha ricordato che il 90% dei dati oggi disponibili, non veniva preso in considerazione nè raccolto fino a tre anni fa, per cui le amministrazioni hanno tra le mani un patrimonio davvero importante su cui agire per progettare i servizi per la comunità. In una città, sono tre gli ambiti in cui il digitale può fare la differenza: la trasformazione dei processi, l’innovazione dei servizi, la partecipazione delle persone. 

L’esperienza di Barcellona mostra come sia possibile ripensare la tecnologia per servire le persone, ad esempio sfruttando i circa 10 mila sensori distribuiti sul territorio della municipalità per ottimizzare la raccolta dei rifiuti o la gestione dei parcheggi. Si tratta però di innovazioni efficaci perché – come spesso ripetiamo – non partono dalla tecnologia in quanto tale, ma dall’ascolto dei cittadini e dalla capacità di intercettare le vere esigenze della comunità, anche sollecitando il contributo attivo delle persone.  

Alla stessa conclusione si può giungere osservando il progetto che tre città – Anversa, Copenaghen e Helsinki – hanno deciso di condividere. Con una procedura nota come Pre-Commercial Procurement (PCP), le tre amministrazioni hanno commissionato lo sviluppo di una piattaforma aperta e flessibile, con la quale potranno abilitare abilitare servizi diversi, ma accomunati dallo stesso modello di raccolta e utilizzo dei dati. Anversa si è data l’obiettivo di risolvere il nodo della mobilità urbana, Copenaghen vuole realizzare un’applicazione per il monitoraggio della qualità dell’aria, Helsinki mira invece a supportare con vari servizi i cittadini che soffrono di diabete. Il prototipo dovrebbe essere presentato entro la metà del 2018.