Natale si avvicina ed è già iniziata la corsa alla compilazione della lista-regali da fare ai propri bambini. Avete mai pensato di sostituire i “classici” regali che sono belli si ma alla fine poco utili, con giochi STEM?
Per chi non sa di cosa stiamo parlando, STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) è l'acronimo utilizzato per tutto ciò che è volto ad incrementare la competitività in campo scientifico e tecnologico. Nel caso specifico dei più piccoli, in pochi optano per kit o robot che oltre a far divertire il bambino, puntano a stimolare fin da piccolo, l’interesse per la codifica e l’amore per l’elettronica.
Per le bambine al di sotto dei 5 anni, ad esempio,
“ Hello Ruby - Avventure nel mondo del coding” può essere il regalo giusto da scartare il giorno di Natale. Scritto da una programmatrice informatica finlandese, Linda Liukas, convinta che “
il linguaggio della programmazione è il linguaggio del futuro, e più insegneremo ai nostri bambini a usare il computer per costruire qualcosa, più strumenti offriremo loro per cambiare veramente il mondo di domani.”
Per i maschietti invece, anche se ancora non disponibile in italiano, c'è
“ABC of the Web - Alphabet primer for young developers in training ” scritto da un web designer in cui alla lettera A dell’alfabeto, anziché la classica ape, corrisponderà ad esempio “Anchor Tag”.
Tra i best seller per i “tech toys” rientrano invece gli smartphone educativi, (ad esempio il Clemphone), che è possibile collegare a qualunque tablet e smartphone, con canali youtube per imparare anche l’inglese in modo semplice e divertente in collaborazione con il British Institutes o giochi che iniziano a fargli esplorare il mondo della robotica, con “compagni di giochi” – i robot appunto – in grado di comunicare a comando vocale e di rispondere e fare domande oltre che raccontare storie.
E’ chiaro da tempo che l’età per imparare a programmare e codificare si è notevolmente abbassata e pian piano si sta ottenendo anche un aumento delle donne che stanno abbracciando queste materie. Da una ricerca della London School of Economics su 11.500 ragazze europee tra gli 11 e i 30 anni, è emerso che l’interesse per le materie STEM ha un picco a 11 anni.
Di conseguenza, se i bambini si divertono fin da piccoli con la tecnologia, è più probabile che sviluppino un forte interesse da approfondire nel corso dei loro studi futuri.
Di recente attuazione è “l’esperimento” effettuato da
Alfonso D’ambrosio, docente di un Istituto superiore di Monselice, che su
Agenda Digitale ha raccontato di un pomeriggio insieme al
robot umanoide Nao che “
opportunamente programmato, ha raccontato ai bambini dell’importanza dell’acqua, attraverso una semplice fiaba, di una gocciolina d’acqua, che dalle nuvole diventa neve e stabilisce un patto di amicizia con un bambino che la raccoglie. Il robot ha mostrato l’importanza del gioco, di muoversi, ha raccontato loro che i robot non sono solo un concentrato di tecnologia, ma possono diventare degli ausili per persone in difficoltà.”
Pronti a riscrivere la vostra lista dei regali?
“La creatività è l’intelligenza che si diverte” – (Albert Einstein).