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17/9/2018
Gli italiani? Sempre più digitali, eppure inclini alla nostalgia

Un’economia che stenta a riprendersi, dove i consumi continuano a calare (-2,2% nel 2017 rispetto al 2010) e aumentano le distanze tra i diversi ceti sociali: il Rapporto Coop è molto chiaro nel definire l’Italia come economicamente ‘debole e asimmetrica’. Rispetto a realtà come Germania e Francia, il nostro Paese ha visto in questi anni peggiorare le condizioni della classe media, ma crescere di ben 4 volte la spesa media delle famiglie benestanti.

I consumi degli italiani sono dunque necessariamente polarizzati a seconda delle disponibilità economiche, ma anche della città di residenza, dell’età e dell’occupazione, del livello di istruzione e delle convinzioni personali. Il 17% degli adulti tra i 18 e i 65 anni può essere definito come il gruppo degli ‘esploratori’, caratterizzati da una forte propensione all’innovazione, anche in ambito lavorativo. All’estremo opposto troviamo i ‘nostalgici’ (26% del campione) che, appartenenti alla classe media e più impattati dalla crisi economica, hanno comportamenti di consumo molto più tradizionali e, in generale, sono insoddisfatti della loro situazione.

Il Rapporto delinea anche alcuni elementi trasversali rispetto alle generazioni e i ceti sociali. Resistono ad esempio caposaldi valoriali come la famiglia, il lavoro e la salute, mentre l’ambiente emerge come una priorità sempre più sentita. 9 italiani su 10 ritengono infatti che vivere in un ambiente salubre sia importante per un’elevata qualità della vita, mentre aumentano le vendite di prodotti ecologici e sostenibili, sia nel comparto food sia in altri settori merceologici come la cosmetica o la cura della casa.

Altro grande tema è il digitale: gli italiani sono ormai utenti assidui di Internet, mobile e social. Gli intervistati hanno ad esempio dichiarato di dedicare fino a 6 ore al giorno per navigare sul web, mentre i social media assorbono quasi 2 ore al giorno. Tra i “compagni” inseparabili vengono citati Facebook (60%) e Whatsapp (59%), ma anche YouTube (62%) e Instagram (33%).

1 italiano su 3 ammette di essere dipendente dallo smartphone, tanto da tenerlo in mano anche quando non lo usa (97%), controllarlo ogni cinque minuti (35%) e mantenerlo acceso anche di notte (34%). Non stupisce quindi che, negli ultimi 10 anni, il mercato della telefonia mobile sia raddoppiato, tanto in volumi quanto in valore.