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10/10/2018
Non solo chat

Pochi utenti con un interesse decisamente limitato (il 90% delle sessioni dura in media meno di 5 secondi): è questa la motivazione che ha spinto Google a chiudere Google+, la piattaforma che, almeno nelle intenzioni originali, doveva contrastare Facebook e imporsi come network per conversazioni privilegiate. Allo scarso successo si è però sommato un grave problema di sicurezza, che qualche mese fa avrebbe esposto a potenziali hacker i dati di quasi 500 mila persone.

Al flop di Google+ fanno da controcanto le novità delle altre piattaforme di messaggistica che, sull’esempio della cinese WeChat, stanno ampliando le proprie funzionalità per diventare strumenti di digital e mobile marketing a tutto tondo.

Facebook ha più volte dichiarato che l'instant messaging è la nuova frontiera per fare business, e si prepara a introdurre la pubblicità su WhatsApp nella seconda metà del 2019. Oggi WhatsApp conta quasi 1,5 miliardi di utenti nel mondo, ma le inserzioni non interverranno direttamente nelle loro conversazioni. I brand potranno costruire i propri messaggi attraverso delle Stories, e avranno bisogno del consenso individuale per inviare qualsiasi tipo di contenuto.

E Telegram? Benché non sempre ‘top of mind’, anche questa piattaforma sta vivendo una rapida crescita e ha superato i 200 milioni di utenti attivi. In Italia è al quarto posto tra i sistemi di messaging, viene usata da oltre 3,5 milioni di persone e nell’ultimo anno ha avuto un incremento del 150%. Ha il vantaggio di essere multipiattaforma, ovvero essere accessibile contemporaneamente da più smartphone, tablet e PC, è molto sicura e permette di creare dei canali di comunicazione da uno a molti, dove postare aggiornamenti o condividere contenuti. Una funzione molto apprezzata da aziende ed organizzazioni di vario tipo, che sempre più scelgono Telegram per aggregare comunità di follower con cui ingaggiare vere e proprie campagne di content marketing.

Non solo chat, dunque. Il lavoro del digital marketing manager dovrà sempre più tener conto di queste piattaforme, che oggi strizzano l’occhio ai social media