Fu l’Europa a inventare i
primi department store all’inizio dell’Ottocento. Nei grandi magazzini che via
via aprivano a Parigi e Londra vennero introdotti nel corso del XIX secolo alcuni
degli elementi che ancora oggi troviamo nei negozi, come i camerini prova, i
cartellini con i prezzi, le casse in uscita. Il primo supermercato risale
invece agli anni ’20 del Novecento, seguito poco dopo dai primi casi di
franchising.
L’interessante analisi di Mood Media ripercorre l’evoluzione
del commercio al dettaglio dal 1800 a oggi, mettendo in evidenza il comune denominatore delle tantissime
innovazioni che si sono susseguite in oltre 200 anni di storia, ovvero la customer experience. Ebbene sì, non c’è
stato cambiamento fin qui introdotto che non abbia avuto come obiettivo quello
di rendere più semplice, interessante e
coinvolgente l’esperienza dei clienti all’interno dei punti vendita,
indipendentemente dal settore merceologico.
Cosa possiamo imparare
osservando la trasformazione dei formati, le logiche di presentazione e
comunicazione dei prodotto, i sistemi di pagamento? Secondo lo studio, sono quattro le lezioni che possiamo trarre,
e che con ogni probabilità guideranno l’evoluzione dei negozi da qui al 2050.
L’emozione, innanzitutto. Fare shopping ha sempre avuto un forte contenuto
emozionale, per cui brand e negozianti continueranno a investire sulla sollecitazione sensoriale dei
consumatori studiando un mix sempre
più raffinato di luci, colori, suoni e profumi – anche grazie
all’introduzione di tecnologie che potranno rendere i punti vendita ancora più teatrali, dunque spettacolari e
coinvolgenti.
Altro trend importante è la personalizzazione. Se l’avvento di
supermercati e centri commerciali è ispirata alla massificazione dei consumi,
non va sottovalutato il desiderio delle persone di costruire un proprio
percorso, tanto nella scelta dei prodotti quanto nei percorsi di acquisto.
Andiamo quindi verso un marketing sempre
più relazionale, dove tecnologie come il
mobile, la geolocalizzazione, la stampa 3D e la realtà aumentata potranno
contribuire a rendere davvero unica l’interazione tra il consumatore e la
marca.
In quest’ottica, il confine tra analogico e digitale tende a
diventare più labile, perché le persone si aspettano di avere un’esperienza univoca quando entrano
in contatto con un brand, che si trovino all’interno di un negozio oppure
che stiano facendo acquisti online, che vedano uno spot in TV o commentino un
post sui social. Il concetto di multicanalità
– già esplorato nel corso della storia, pur con strumenti diversi – va oltre
quello della semplice coerenza della comunicazione in contesti diversi, ed è
frutto di una regia studiata con grande attenzione.
Infine, l’evoluzione
storica dei negozi ci insegna che la
commistione fra generi diversi sarà sempre più accentuata: librerie che
diventano caffé, supermercati che diventano ristoranti sono oggi ampiamente diffusi, e rispondono alla necessità
di migliorare costantemente l’esperienza
delle persone e rafforzare il loro legame con il brand.