Ci siamo abituati a vedere robot che lavorano accanto agli uomini in fabbrica, ad esempio sulle linee produttive
o di confezionamento, oppure in magazzino, automatizzando molte mansioni
pesanti e ripetitive nella logistica. Ci sono progetti ormai consolidati a
supporto della chirurgia, dell’edilizia, ma anche di complesse attività di
ricerca speleologica o in situazioni di emergenza.
Ma l’intelligenza artificiale (AI) ha varcato i confini di questi settori e si prepara ad entrare in ufficio,
magari sedendosi dietro le scrivanie più importanti. Negli Stati Uniti, ad
esempio, applicazioni molto promettenti sono già in uso presso i maggiori studi legali, dove le ‘macchine’ si
occupano di analisi documentali avanzate, della compilazione di due diligence e
di alcune tipologie di atti, con risultati decisamente soddisfacenti.
Ci sono algoritmi in grado di analizzare e gestire
i turni del personale, applicazione che è già realtà in diversi magazzini
Amazon nel mondo o per i fattorini di Foodora. Secondo i consulenti di Percolata,
affidando all’AI il compito di organizzare
la rotazione dei commessi di un negozio si possono aumentare le vendite fino al 30%, grazie alla possibilità di
correlare dati quali il flusso medio dei clienti, i risultati dei singoli
reparti e addetti – con il vantaggio aggiuntivo di liberare parte del tempo dei
manager degli stessi punti vendita, che potrebbero dedicarsi meglio allo
sviluppo del business.
Altra applicazione di nuova
generazione è il robot Vera, 'assunto' da Ikea per la
selezione del personale e oggi operativo anche in Coca-Cola e L’Oreal. Con fattezze
e voce maschile o femminile, Vera contatta i candidati e li intervista
telefonicamente o in video. Ogni colloquio dura all’incirca 8 minuti, al
termine dei quali i profili migliori vengono indirizzati al team HR per gli
screening successivi e la scelta finale. Il sistema può gestire fino a 1.500 possibili candidati in un solo giorno di lavoro,
abbattendo i tempi di selezione nella fase iniziale in misura rilevante.
L’ingresso dei robot nel
mondo dei colletti bianchi è dunque sempre più prossimo, e avrà verosimilmente
l’effetto di rivoluzionare il mix di
competenze che oggi viene richiesto a quadri e dirigenti. Se alcune
mansioni potranno essere delegate alle macchine, per i manager di domani sarà
infatti più importante coltivare soft skill come la capacità di negoziazione,
la risoluzione dei conflitti o il talent management.