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3/12/2018
Il social rebus delle PMI

Comunità di follower che non crescono, visibilità in calo, ritorni assai scarsi sul business: le PMI che si sono avvicinate ai social media nell’ultimo anno sono perplesse, spesso persino deluse, dai risultati fin qui ottenuti. Il fenomeno non è solo italiano, come conferma una recente indagine di Sensai su un campione di piccole e medie imprese americane.

Secondo questa ricerca, il 57% delle aziende indica i social come il più importante strumento di marketing digitale, addirittura il principale nel 31% dei casi. Solo un terzo è però soddisfatto del ROI ottenuto, a cui si aggiunge un 37% che non sa valutare l’efficacia della propria presenza sulle piattaforme. I maggiori dubbi riguardano i frequenti cambiamenti degli algoritmi social (citati dal 36% degli intervistati), che penalizzano la copertura soprattutto su Facebook, la difficoltà di pianificare campagne adv che possano raggiungere il target giusto con il corretto livello di investimento (32%), la mancanza di competenze e risorse specialistiche al proprio interno (31%).

Tuttavia, nonostante la frustrazione, le PMI non sembrano disposte ad arrendersi: il 56% dichiara infatti di essere pronto a lavorare sui social almeno per un altro anno, nella speranza di raggiungere finalmente i risultati sperati. E mentre continua a far discutere il caso di J D Wetherspoon, la catena di pub inglesi che ha chiuso tutti i canali social senza alcun effetto negativo sull’attività, sono sempre più numerosi gli esempi di aziende che, correggendo il tiro, riescono a far decollare la visibilità online con ricadute interessanti sul business.

Come fare? Non esiste ovviamente una ricetta magica, ci sono però alcuni accorgimenti che è utile avere ben chiari. La necessità di una strategia digitale a tutto tondo è il primo punto su cui concentrare l’attenzione – inutile investire sui social se non si coordinano in modo integrato più canali digitali, cominciando dal sito web e l’eventuale portale di e-commerce per arrivare al mobile, sempre più indispensabile per raggiungere e fidelizzare il proprio pubblico di riferimento.

Occorre poi ricordare che i social sono essenzialmente network di persone (non di aziende!), per cui la presenza e la reputazione di un brand si costruiscono, passo dopo passo, grazie all’attivazione di ambassador come i dipendenti, i clienti, eventuali testimoniali e influencer, ma anche usando in modo tattico gli strumenti a pagamento che ogni piattaforma mette a disposizione degli inserzionisti.

Infine, l’interattività: non c’è strategia social che possa funzionare nel medio e lungo periodo senza il coinvolgimento attivo dei follower, che può essere sollecitato attraverso contenuti quali video, giochi, sondaggi, ecc.

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