Economia, lavoro e politica preoccupano gli italiani, che quest’anno tendono a essere un po’ più prudenti con lo shopping natalizio. Il sondaggio condotto da Confesercenti insieme a Swg vede infatti il budget per i regali ridotto a 285 euro a persona, ovvero in flessione del 7% rispetto allo scorso anno. Si spende meno, ma con maggior cura, ad esempio sacrificando qualche dono, ma privilegiando la qualità e la personalizzazione dell’oggetto.

Sotto l’albero metteremo tanti libri (segnalati dal 41% degli intervistati), abbigliamento e pelletteria (38%), specialità gastronomiche (33%), vini (20%), giochi, videogiochi e dispositivi hi-tech (tutti al 19%). Non mancheranno i complementi d’arredo (14%) e gli elettrodomestici (11%), persino qualche viaggio (4%).

Ma cosa ci piacerebbe ricevere? Confesercenti ha rovesciato il punto di vista, scoprendo che oltre il 20% degli italiani preferirebbe dei buoni acquisto, da spendere come e quando si vuole. Sempre apprezzati i libri (16%), la tecnologia (15%), l’abbigliamento (13%), i profumi e la cosmetici (8%). In discesa i gioielli, menzionati solo dal 2% del campione. Graditissimi anche i regali solidali, meglio se a beneficio di enti e associazioni attive nella propria città o nei dintorni.

Nel comparto hi-tech, vincono senza dubbio smartphone e televisori (secondo Monclick, si registrerà un aumento delle vendite nell’ordine del 150% rispetto al 2017), mentre tra gli elettrodomestici sono le asciugatrici uno dei regali più gettonati. Passando alla tavola, quest’anno un altro boom riguarderà gli spumanti italiani: i dati Istat per l’Osservatorio del Vino stimano l’acquisto di almeno 700 milioni di bottiglie tra Natale e Capodanno, in aumento del 5% rispetto alle scorse festività. Circa 190 milioni resteranno in Italia, mentre 500 milioni saranno destinate all’esportazione.

Buone notizie per i negozianti arrivano sempre dalla ricerca di Confesercenti: saranno circa 8,5 milioni gli italiani a scegliere i regali negli esercizi di vicinato, quasi 2 milioni in più rispetto al 2017, il numero più alto dal 2007. La percentuale di persone interessata ad acquistare nei negozi passa quindi dal 16 al 21%, mentre mercatini e bancarelle sono il canale preferito dall’11% degli intervistati. Risulta quindi un po’ appannato l’appeal delle grandi strutture commerciali(da 35 a 32%) ed è stabile la quota degli acquisti via web, che si assesta al 33% dopo un decennio di crescita praticamente continua.